dai confini della terra io t'invoco

Sal 60,3

 

ai confini della terra

 

Gerusalemme, Roma e Santiago, queste le tre grandi mete dei pellegrinaggi. Perché Santiago? Non certo per la tomba di san Giacomo, in altri luoghi c’erano reliquie più importanti, di san Giovanni il Battista, di san Paolo, degli evangelisti, di altri apostoli e profeti, dei martiri e dei santi e dei padri della Chiesa. Le ragioni vanno cercate nella sua collocazione geografica. Santiago è la punta occidentale estrema del mondo allora conosciuto. Più ad ovest non c’era più nulla, è il limite della terra, finis terrae. Camminare sino a Santiago significava perciò camminare sino ai confini della terra. Noi siamo abituati ai quattro punti cardinali ma nella Bibbia si considera solo l’oriente e l’occidente quando ci si riferisce al mondo, come se questo sia una fascia rettangolare lunga e stretta. Su questa si allineano le civiltà, a nord e a sud solo deserti. Questo era il punto di vista della Palestina e anche la realtà storica dell’epoca in cui gli autori della Bibbia scrivevano. Il medioevo assimila questa concezione. Allora il confine orientale della terra era irraggiungibile. Si sapeva che molta distanza e molte civiltà non cristiane si frapponevano. Restava il confine occidentale. Lì bisognava recarsi. 

Per questo la conchiglia è il simbolo del cammino, la conchiglia che i pellegrini, giunti a Fisterra, raccoglievano dall'ultimo dei mari.

 

 

  Come luce splendida brillerai sino ai confini della terra;

nazioni numerose verranno a te da lontano.

Tob 13,13

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