Un guaio dietro l'altro.

 Un giorno la zanzara decise di far visita alla famiglia della sua fidanzata. Il padre e la madre della futura sposa la invitarono a fermarsi a pranzo. Dopo aver ben mangiato, e bevuto la zanzara tornò a casa sua. La fidanzata l’accompagnò alla porta e disse: "Desidero sposarmi con te ma cosa sei capace di fare?" La zanzara rispose: "Un tempo mio nonno era un valido guerriero. Poteva pungere e far morire più di cinquanta persone al minuto. Prima di morire mi ha lasciato il suo potere magico ma io lo esercito raramente e solo in situazioni difficilissime. La fidanzata rientrò dai suoi genitori, contenta di sposarsi con uno così potente. Intanto il "topo palmiere", che aveva tutto ascoltato, era salito sull'albero per mangiare le noci. Ripensando alle parole della zanzara rimase talmente strabiliato e, distraendosi, gli sfuggì di mano una grossa noce di cocco che finì sulla testa di un pitone che stava tranquillamente a riposare là sotto. Sorpreso dal colpo e confuso, il pitone fuggì a tutta velocità. Investì così la fila delle formiche che tornavano dal mercato e che, a loro volta, si sparpagliarono in tutte le direzioni. Nel tentativo di ripararsi, entrarono nella tana di un topo di campagna che, stanco, stava facendo la siesta e subito si misero a pizzicare il miglio che era ammassato lì accanto. Risvegliato di soprassalto da questi movimenti, il topo cominciò a correre e uscì fuori per trovare un nascondiglio. Una scimmia che giocherellava nelle vicinanze vide il topo di campagna e l' apostrofò: "Perché sei uscito dalla tua tana? Sai che quando esci di giorno, mi porti sfortuna? Ah, povera me, sarò sfortunata!". Così dicendo si mise a saltellare nervosamente di ramo in ramo sino a perdere di vista il topo. Una faraona che stava covando le uova ai piedi di un albero, era appena uscita per cercare il cibo. Sbadatamente la scimmia in corsa, pestò le uova e le ruppe tutte. In preda a una grande collera, la faraona decise di recarsi al palazzo del re per denunciare il fatto. Piangendo dirottamente gli raccontò l'accaduto. Il Re, attorniato dai suoi ministri, l'elefante, la pantera, la tartaruga, il pappagallo come segretario, ascoltò la faraona e ne ebbe pietà. Mandò allora a chiamare la scimmia che subito arrivò con gli occhi rossi e la fronte bagnata di sudore per la corsa. Fu interrogata. Essa spiegò che si era trattato di un errore commesso a causa di un topo che era uscito in pieno giorno e quindi era dovuta scappare il più velocemente possibile e concluse: "Tutti sanno che vedere un topo in pieno giorno è una sfortuna!" Il Re e i suoi ministri approvarono la condotta della scimmia e confessarono che anche loro avrebbero fatto lo stesso. Ovviamente si attese la notte per chiamare il topo e interrogarlo. Il Re gli disse: "Perché sei uscito in pieno giorno? Non sai che porti sfortuna? Perché hai voluto far del male alla scimmia?" Il topo spiegò che le formiche avevano invaso il suo granaio e lo avevano pizzicato al naso. Il Re inviò un messaggio alle formiche che arrivarono in fila al tribunale. Queste si scusarono: "Il pitone ci ha scompigliate quando tranquillamente stavamo tornando dal mercato con la nostra merce". Il Re in collera, giurò di punire il pitone se questi fosse stato riconosciuto colpevole. Il pitone per difendersi e calmare la collera del re disse con semplicità: "O Re, dormivo così bene all' ombra di una palma, quando qualcuno mi ha lanciato in testa una grossa noce di cocco. Ho avuto molta paura e correndo ho travolto queste povere formiche". "Chi, disse il Re, ha osato lanciarti una noce in testa?" "Suppongo, rispose il pitone, sia stato il topo palmiere" .Senza perdere un attimo di tempo, il Re ordinò: "Conducetemi subito il topo palmiere!" Il topo palmiere fu introdotto in tribunale. Rannicchiato e avvolto dalla sua lunga coda; ridacchiava de bernoccolo che vedeva sulla testa del serpente. Tutti lo guardavano con severità; il pitone poi lo disprezzava in maniera particolare. Pieno di collera e con voce rauca; il Re l’interrogò: "Allora; topastro; ti diverti lanciando noci di cocco sulla testa della gente!” "0 Re! Non l’ho fatto apposta. Quando ho inteso le menzogne della zanzara che si vantava con la sua fidanzata, ho lasciato cadere; senza accorgermi la noce sulla testa del serpente" . il topo palmiere si scusò con il pitone. Andò poi a trovare la zanzara che sembrava la vera responsabile; ma prima di accusarla bisognava ascoltare le sue parole. Arrivò la zanzara con le sue ali trasparenti; le sue zampe lunghe e fini; canticchiava la canzoncina abituale, quella che ci sveglia più volte durante la notte”. " Allora, zanzara; gridò il re; ti punirò con severità; ."Scusatemi; rispose la zanzara; come tutte le ragazze anche la mia fidanzata desidera ascoltare parole eccellenti. Per questo non è proibito raccontare cose che piacciono a quelli che amiamo. Tu stesso lo sai. E; forse un mio errore se ho parlato così e il topo palmiere mi ha udito?" Il Re e i suoi ministri abbassarono la testa; né lui né i suoi ministri erano capaci di stabilire chi aveva ragione e chi torto. La faraona; desolata; se ne tornò a casa sua.

 

raccolta da Gianni Capaccioni, in Benin.