Nell’allegria ti voglio rivedere.

Di queste ariose stanze nuove

che non t’hanno conosciuta.

 

Nastri e tele colorate

metto da parte per

vestirtene, quando arriverai.

 

Non desidero una parola solenne,

uno spiraglio di futuro

o che tu mi indichi il cammino;

 

ma goderti invece,

nel presente che sarà

e celebrare l’ora,

il minuto, gli intervalli.

 

Scorderemo quel silenzio

che ci disperse

alla tua partenza.

 

E invece d’ogni dolcezza
ci disporremo a cantare;

 

a metà interrompendo

ogni cosa

come è nella furia d’ogni temporale,

ma anche d’un inizio estate:

 

voler ritrovare tutto

in un momento solo,

di tutto un solo assaggio,

in un’ansia leggera.

 

Poiché così, congedandoti

a te rimanga un’incertezza

che ti invogli ogni altra volta

a ritornare.

 

                         (Tizìana Rinaldi)